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In un mare di guai

" La giornata è partita già male da questa mattina!"

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" Non mi dire niente, ne stanno succedendo di tutti i colori!"

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" I problemi quando accadono si accumulano tutti in una volta!"

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" Non si finisce mai, capitano tutte a me!"

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" Vuoi mettere con quello che ho passato io?!?"

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" Ho perso tutto anche la gioia di vivere ormai!"

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" Non ne posso più!"

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" Sono in un mare di guai, non ne va bene una!"

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In questo mare di guai che è diverso ma allo stesso tempo così simile per le persone, sono presenti sofferenza e  passato; ci sono perdite e vuoti che non possono essere colmati, ci sono rabbia, rancore, arroganza, presunzione, ci sono anche le accuse persistenti rivolte a chi apparentemente o meno può aver causato tutto il dolore..

Lo stesso pensiero di pentimento ti mangia dentro: se avessi agito in altro modo? se avessi detto o fatto qualcosa al posto di..?

La lamentela e l'accusa corrispondono a pensieri ridondanti negativi che desiderano costantemente che tutto sia diverso da ciò che è, e la ripetizione quotidiana non solo corrode ma non lascia spazio alla realtà.

Il rimpiangersi e il recriminare lascia la vita in sospeso senza darci l'opportunità, nonostante tutto, di guardare ciò che va visto con amore; dietro al disastro, dietro all'impulso a combattere una lotta continua contro qualcuno o contro il destino ci sono l'esaurimento e la stanchezza nel non riuscire e nel non poter cambiare le cose come stanno.

Attraverso la lamentela ci si rivela come vittime (per l'identificazione in ciò che si è vissuto ed esperenziato) e contemporaneamente siamo un tutt'uno anche con il ruolo di carnefice, entrambi elementi che si appartengono in un perpetuarsi di conflitti e separazioni.

L'aspetto costante è il rifiuto.

Il rifiuto verso chi è rimasto accanto a noi, il rifiuto di guardare avanti, il rifiuto verso ciò che ci circonda, verso gli altri, verso la Vita e così facendo ci indeboliamo, ci inaridiamo.

Onoriamo la Terra che ci accoglie e ci sostiene, onoriamo con accettazione e benevolenza la realtà che nasconde, non poi così lontano, frutti nuovi e preziosi. 

Questi attendono di essere colti e la realtà con le sue ferite ha modo di trasformarsi grazie ad una nuova forza vitale: " la forza di agire sulla realtà non proviene da noi, ma dalla realtà stessa che abbiamo accettato"

(Bert Hellinger).

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"Difficoltà ed impedimenti fanno ripiegare l'uomo su se stesso. Mentre però l'Ignobile ricerca la colpa al di fuori, negli altri uomini e accusa il destino, il Nobile cerca gli errori in se stesso e con questa introspezione l'impedimento esteriore diventa per lui uno stimolo per arricchirsi e formarsi interiormente" ( I Ching).

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